Le elezioni delle Regione Siciliana si terranno, secondo l’art. 3 dello Statuto speciale, domenica 5 novembre 2017. Le consultazioni varranno per l’elezione diretta del presidente della Regione Siciliana e dei 70 deputati all’Assemblea regionale siciliana.
Il voto alle liste provinciali e alla lista regionale avviene su scheda unica, ma con possibiltà di voto disgiunto (Art. 8, Legge Regionale 3 giugno 2005, n. 7). Una coalizione non può superare i 42 seggi su 62 nei collegi provinciali perché scatti il listino regionale, o scatta fino al raggiungimento dei 42 eletti su 70. In questo caso i seggi non assegnati vanno redistribuiti alle altre liste che hanno ottenuto seggi nei collegi provinciali.
In quest’articolo vi proponiamo i programmi dei cinque candidati alla Presidenza della Regione Siciliana (secondo l’ordine sorteggiato dalla Corte d’appello), in riferimento alle infrastrutture e trasporti.
GIANCARLO CANCELLERI
L’attuale sistema delle infrastrutture e dei servizi di trasporto della Regione Siciliana presenta numerose criticità legate alla sua inefficienza e obsolescenza. La posizione strategica della nostra isola sotto il profilo geografico offre delle grandi opportunità di crescita e sviluppo economico.
Al fine di sfruttare al meglio tali potenzialità, la Regione siciliana deve fare ricorso, in maniera illuminata, alla competenza legislativa di cui dispone nella materia dei trasporti. La legislazione siciliana, pertanto, deve orientarsi nella direzione del completamento e potenziamento del sistema trasportistico siciliano sia per garantire il diritto alla mobilità costituzionalmente sancito, sia per incrementare lo sviluppo economico e territoriale ed eliminare gli sprechi che derivano da una gestione inadeguata e carente sotto molteplici aspetti.
Di fondamentale importanza è poi, per un’isola come la nostra, assicurare la continuità territoriale, ovvero la capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi i cittadini residenti in territori meno favoriti. Un sistema di mobilità adeguato incide in maniera determinante sullo sviluppo della nostra isola.
Avvio di misure volte al miglioramento del Trasporto Pubblico Locale regionale:
- promozione e ottimizzazione del sistema del trasporto pubblico locale, in ragione della sua importanza strategica per la mobilità dei cittadini siciliani. Il trasporto pubblico locale è un’efficace alternativa al trasporto stradale su mezzo privato in linea con gli standard europei;
- semplificazione della possibilità di fruizione del trasporto pubblico locale da parte dei cittadini, facilitando, al contempo, la continuità di viaggio ed aumentando la velocità degli spostamenti e degli interscambi con il mezzo privato;
- incentivazione, nei centri urbani, del ricorso al trasporto pubblico su gomma con conseguente ridimensionamento di quello privato destinando a tal fine adeguate risorse finanziarie;
- creazione di parcheggi in aree di interscambio per favorire l’accesso alla città a chi arriva dalla provincia;
- efficientamento immediato di tutte le infrastrutture stradali, siano esse autostrade, strade provinciali o strade statali (mediante accordi specifici con ANAS), attraverso il completamento delle infrastrutture ancora sospese e l’ammodernamento delle strutture esistenti;
- risanare il Consorzio per la Autostrade Siciliane (CAS) ed evitare la fusione con Anas la quale comporterebbe, non solo la rinuncia per il CAS ad introitare i ricavi derivanti dai pedaggi autostradali, ma anche la rinuncia alla gestione degli appalti di progettazione e costruzione dei tratti le cui concessioni sono attualmente gestite dal Consorzio stesso. La soluzione è, dunque, un concordato preventivo con i creditori al fine di ripianare i debiti e rilanciare l’attività del CAS, al quale si dovrebbero garantire risorse umane qualificate, management competente e risorse economiche adeguate al fine di attuare un innovativo programma ventennale che realizzi la messa in sicurezza, il potenziamento e la chiusura dell’anello autostradale siciliano (PA-ME-CT-SR-RG-TP), anche tramite l’ausilio del Partenariato Pubblico Privato (PPP);
- completamento e realizzazione nuovi interventi di grande rilievo quali:
a. chiusura dell’anello autostradale Castelvetrano-Gela;
b. completamento del tratto Rosolini-Modica-Ragusa-Gela;
c. immediato sblocco delle procedure per l’avvio dell’autostrada Catania-Ragusa;
d. completamento del tratto autostradale Nord Sud S. Stefano di Camastra-Gela;
e. completamento della Palermo-Agrigento;
f. realizzazione di nuove opere anche attraverso la raccolta di finanziamenti privati;
g. definizione e realizzazione nelle aree interne dell’isola (terre sicane, calatino, nebrodi e madonie ecc..) di tutti gli interventi necessari per la messa in sicurezza della viabilità secondaria, unico mezzo per lo spostamento verso i centri di offerta dei servizi di base;
h. ripristino e messa in sicurezza delle strade che attraversano zone colpite da dissesto idrogeologico;
- Studio e progettazione del raddoppio dei tratti ferroviari e della loro elettrificazione;
- avvio di interventi mirati al completamento o alla realizzazione ex-novo di tutte le infrastrutture ferroviarie necessarie per aderire alla programmazione comunitaria in materia, integrando la stessa al fine di raggiungere e fornire il servizio migliore alle zone dell’isola non prese in considerazione all’interno dei c.d. “corridoi internazionali”.
Pertanto si ritiene necessaria un’azione di confronto con RFI affinché si attivi prioritariamente per la realizzazione delle seguenti opere:
- ripristino della linea ferroviaria Alcamo – Trapani;
- raddoppio della linea ferroviaria Messina – Catania;
- raddoppio della linea ferroviaria Catenanuova – Termini Imerese;
- completamento della linea ferroviaria Termini Imerese – Palermo – Punta Raisi; e. completamento della linea ferroviaria Agrigento – Gela – Ragusa;
- velocizzazione della linea ferroviaria Palermo-Agrigento;
- velocizzazione della linea ferroviaria Palermo-Catania;
- raccordo della stazione ferroviaria di Catania con l’aeroporto di Fontanarossa;
- valutazione, ove possibile, dell’interramento delle linee ferroviarie transitanti all’interno di centri urbani per liberare contestualmente il traffico veicolare su gomma in linea con le ipotesi di sviluppo delle infrastrutture progettate dall’Unione Europea;
- realizzazione di un sistema di trasporti intermodale in grado di fornire tutti i servizi primari ai cittadini siciliani e ai turisti.
L’integrazione fra i vari sistemi di trasporto (ferroviario, gommato, navale) consentirà la fruizione in modo completo dei tempi e degli spazi che l’isola offre, attraverso l’implementazione di strumenti quali, ad esempio, il biglietto unico integrato e l’eliminazione di storture quali, a titolo esemplificativo, i servizi “doppi” che offrono la stessa tratta allo stesso orario su vettori diversi;
- avvio di azioni volte al miglioramento del trasporto aereo:
a. garanzia di una migliore accessibilità agli aeroporti principali attraverso un’adeguata intermodalità e collegamenti territoriali che tengano conto del traffico attuale;
b. previsione di una dotazione infrastrutturale adeguata ai flussi attuali attraverso interventi di adeguamento degli scali;
c. rivisitazione e riorganizzazione delle rotte delle compagnie aeree più utilizzate e maggiormente competitive tramite accordi tra i 4 principali aeroporti siciliani, l’assessorato infrastrutture e le compagnie stesse, prevedendo al contempo i relativi investimenti;
d. creazione di un asse cargo-passeggeri tra le province di Catania e Ragusa, potenziando l’aeroporto di Comiso, hub fondamentale per il commercio orto-florovivaistico proprio della Sicilia sud-orientale e per il turismo affluente verso i territori del Ragusano, del Siracusano e dell’Agrigentino;
- agevolazione del passaggio del trasporto merci che attualmente si svolge prevalentemente su strada verso modalità più sostenibili quali quella marittima e su rotaie attraverso lo sviluppo di un sistema logistico intermodale regionale che garantisca una maggiore sostenibilità ambientale;
- previsione di interventi infrastrutturali al fine di incentivare la mobilità dolce/sostenibile attraverso la realizzazione, l’ampliamento e la valorizzazione di percorsi urbani ed extraurbani fruibili dall’utenza ciclistica e/o pedonale, perseguendo i seguenti obiettivi:
a. creazione di un efficiente collegamento tra la periferia ed il centro delle aree urbane per mezzo di reti di bus a minore impatto ambientale, sviluppando, al contempo, la mobilità ciclistica mediante sistemi combinati (ad esempio treno+bici, bus+bici, metro+bici);
b. decongestionamento delle arterie stradali con particolare riferimento alle aree maggiormente antropizzate;
c. decontaminazione dell’aria, anche in questo caso con particolare riferimento alle zone urbane aumentando la qualità della stessa e della vita dei cittadini;
d. realizzazione di vere e proprie attrazioni turistiche costituite dai percorsi naturalistici extraurbani che rappresentano, solo per il settore cicloturistico, un valore potenziale di circa 3,2 miliardi di euro su base nazionale;
e. recupero di percorsi ferroviari, montani o campestri attualmente in stato d’abbandono;
f. sdemanializzazione di aree ferroviarie dismesse e utilizzo delle stesse a scopo sociale e turistico;
- azioni volte ad incentivare la mobilità elettrica:
a. potenziamento della rete di rifornimento per mezzi elettrici in tutta la Regione siciliana e privilegiando la dislocazione delle colonnine nei parcheggi di prossimità e intermodali in modo da porre le condizioni affinché il mercato dei mezzi elettrici possa svilupparsi;
b. sollecito delle amministrazioni comunali affinché si dotino di un crescente numero di veicoli elettrici nelle proprie flotte, di impianti pubblici di ricarica dei veicoli alimentati a energia elettrica e perché adeguino a questa esigenza i propri strumenti urbanistici e di programmazione;
c. agevolazione ed incentivazione del servizio di car sharing esclusivamente elettrico in Sicilia;
d. promozione dello sviluppo di un sistema di mobilità integrato attraverso il ricorso a progetti di mobilità sostenibile finanziati sia a livello locale che europeo (come ad esempio progetti di bike-sharing, di car sharing, di intermodalità treno + bici) per incrementare la flessibilità e l’accessibilità ai servizi di trasporto;
e. avviamento di una politica fiscale di incentivazione all’acquisto di mezzi non alimentati con carburanti fossili;
f. intercettazione di fondi UE per il finanziamento di campagne di incentivazione all’acquisto di mezzi non alimentati con carburanti fossili;
g. elaborazione di un programma quinquennale di incentivi e disincentivi al fine di arrivare alla sostituzione di tutti i mezzi pubblici per il trasporto locale alimentati a benzina/gasolio con mezzi prevalentemente full-electric o bifuel;
h. incentivazione all’acquisto e all’installazione di punti di ricarica privata per autoveicoli elettrici;
- avvio di politiche volte alla tutela del principio di continuità territoriale, al fine di garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro collocazione geografica, il trasporto come elemento essenziale del “diritto alla mobilità”, così come previsto dall’articolo 16 della Costituzione italiana; potenziare il settore del trasporto domestico, che ha visto la pressoché totale scomparsa di tutti i vettori di rilievo e strategici per l’economia siciliana a vantaggio dei soli vettori cd. low-cost o low-service, i quali forniscono i servizi secondo le proprie unilaterali politiche di trasporto; far valere, a tutti i livelli istituzionali, la condizione di insularità della Regione Siciliana, nonché ottenere l’estensione per tutta l’isola del regime di continuità territoriale, quindi sfruttare al meglio le risorse destinate al tale scopo.
Nello specifico si prevede:
a. potenziamento, relativamente alla continuità territoriale interna, del servizio pubblico di trasporto gommato o, in alternativa, l’affidamento del servizio a vettori privati; in ogni caso verrà rispettato il principio di esecuzione del servizio in quanto tale anche se non rispondente ai canoni di economicità o non profittevole;
b. interlocuzione con Trenitalia, relativamente la continuità territoriale verso la penisola, per bloccare la dismissione attualmente in atto del servizio pubblico di attraversamento dello Stretto, sia ferroviario che pedonale-automobilistico, al fine di offrire un servizio pubblico funzionale, in grado contestualmente di garantire il diritto alla mobilità dei cittadini e un livello di concorrenza tale da evitare l’indiscriminata e unilaterale determinazione delle tariffe da parte degli operatori privati, ottenendo la riduzione progressiva dei prezzi dei biglietti della tratta;
c. identificazione di enti pubblici il cui obiettivo primario sia l’integrazione dei servizi di trasporto esistenti sulle due sponde dello Stretto, a partire dal collegamento navale fra le stesse, al fine di garantire, secondo il principio di continuità territoriale, il trasporto da e per la Sicilia, a tutti i cittadini (es. Area Integrata dello Stretto). Tale obiettivo verrà perseguito anche tramite interlocuzioni col Ministero delle Infrastrutture finalizzate alla modifica dell’attuale Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica e all’istituzione di un’Autorità Portuale dello Stretto, la quale operi anch’essa, in via prioritaria, per garantire il principio di continuità territoriale fra le due sponde.
d. interlocuzione con lo Stato ai fini dell’ottenimento dell’estensione del suddetto regime continuità territoriale (attualmente previsto per Sardegna, Pantelleria e Lampedusa) a tutta l’isola prevedendo ad esempio tariffe aeree ridotte e uniche per residenti e non;
- riorganizzazione delle infrastrutture portuali di competenza regionale in un’ottica che esuli dalla rete portuale facente capo alle Autorità Portuali. Nello specifico, si propone:
a. messa a regime dei vari scali in relazione a quello che possono produrre in termini di ritorno economico al territorio di appartenenza, includendo in questa strategia anche i porti afferenti alle isole minori, come quelli di Pantelleria e Lampedusa, nonché alcuni dei porti più importanti dell’isola non sedi di Autorità Portuale, ossia Pozzallo, Marsala, Riposto e Mazara;
b. ottimizzazione delle funzionalità dei porti di competenza regionale, sinora poco valorizzati;
c. valorizzazione degli assi viari di penetrazione della dorsale tirrenica verso la sponda africana che trova i suoi terminali naturali, sulla costa Sud, in corrispondenza dei porti di Mazara del Vallo, ad Ovest, Porto Empedocle al centro e Pozzallo (con possibile estensione su Gela) ad Est;
- previsione di una cooperazione con BEI – Banca Europea per gli investimenti – attraverso un protocollo, per l’avvio di piani di investimento infrastrutturali con partner internazionali realmente necessari al territorio della regione;
- avvio di politiche volte a garantire il diritto alla mobilità delle fasce più deboli. Il diritto alla mobilità inteso come diritto di accesso ad un sistema di trasporto pubblico comporta, tra le altre cose, anche una garanzia di accesso al trasporto pubblico delle fasce della popolazione più deboli o economicamente disagiate. Nel dettaglio si prevede:
a. la stipula di contratti di servizio di trasporto pubblico locale che prevedano nella struttura tariffaria un livello gratuito per disoccupati tale da garantire a questi ultimi la mobilità la flessibilità e la tempestività che possono essere caratteristiche fondamentali nella ricerca di un lavoro;
b. avvio di un’interlocuzione con lo Stato al fine di prevedere un aumento delle risorse del fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario, di cui all’articolo 16-bis del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, alimentandolo anche con un aumento del prelievo erariale unico attualmente applicato ai giochi pubblici sotto il controllo dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli ed eventuali addizionali;
- contrasto al furto e riciclaggio di rame, alluminio e materiali ferrosi attraverso l’interlocuzione e la collaborazione fra le Istituzioni competenti, nonché la previsione di un protocollo d’intesa destinato a garantire la massima tutela alle infrastrutture energetiche (intese linee di distribuzione e trasporto energia elettrica), per arginare il devastante fenomeno che genera enormi perdite per gli enti pubblici e pesanti disservizi in aree e ambiti industriali, artigianali e agricoli.
CLAUDIO FAVA
Il diritto alla mobilità va garantito a tutti, cittadini siciliani e non.
Garantire questo diritto significa pensare a politiche pubbliche specifiche di progettazione e investimento – attraverso risorse messe a disposizione a livello nazionale ed europeo – che si concentrino su mobilità stradale, ferroviaria e portuale. Non servono grandi opere inutili come il ponte sullo stretto. Occorre piuttosto incentivare il trasporto ferroviario (in Sicilia la velocità media dei treni è ancora di 24 km/).
Su 1380 chilometri di ferrovia in tutta l’isola, solo 190 hanno un doppio binario e solo 580 sono elettrificate.
Senza contare interruzioni e guasti, che rendono inoperante il 20% della rete ferroviaria dell’isola. Occorre ripristinare i collegamenti notturni con la penisola, rilanciare le ferrovie regionali e puntare sull’intermodalità mare-rotaia e strada-rotaia nei porti siciliani. Serve con urgenza un piano di investimenti straordinario per la manutenzione e messa in sicurezza delle arterie stradali principali.
FABRIZIO MICARI
Le infrastrutture rappresentano le arterie della Sicilia. Occorre assumere un approccio integrato di sviluppo per riuscire a vincere le sfide che la società globalizzata ci lancia, per rendere la nostra terra una piattaforma logistica nel Mediterraneo. Occorre, inoltre, mettere a sistema tutti gli interventi sul territorio di conservazione, manutenzione, trasformazione o di riqualificazione, pensando che il territorio siciliano è un grande bene di cui disponiamo e che abbiamo anche la responsabilità di offrire come “patrimonio dell’umanità”. Elemento chiave è quello della continuità territoriale che garantisca la reale integrazione del territorio regionale non solo con il resto d’Italia ma con l’Europa. Un obiettivo imprescindibile che si deve raggiungere in tempi brevi grazie ad interventi incisivi soprattutto nel settore aereo.
Per questo la prima azione che svilupperemo è la creazione di una Governance che integri gli enti dei principali sistemi di trasporto e che seguirà la visione Sicilia Strategica 2030. Quest’organo avrà il compito di discutere e monitorare semestralmente lo stato dei lavori. In specifico si occuperà di:
- Assicurare uno scambio intermodale efficace ed efficiente tra le infrastrutture strategiche;
- Incentivare politiche per l’attivazione di filiere logistiche a valore aggiunto, che partano da uno o due porti regionali principali per l’intercettazione del traffico merci intercontinentale e forniscano servizi “door to door” su scala mediterranea ed in generale europea, tramite ferrovia, “autostrade del mare” e gomma;
- Operare secondo Piani di Settore integrati supportati da adeguati studio di fattibilità sulle risorse e dotati di crono-programmi
- Approvare progetti coerenti con piani elaborati in tempi celeri e contingentati, inclusa l’attivazione dello Sportello Unico Regionale per la gestione della conferenza dei servizi;
- Operare per una burocrazia snella, veloce, efficiente: favorire la semplificazione normativa;
- Potenziare la struttura dei dipartimenti per le proposte di programmazione strategica e per il monitoraggio dei risultati dei piani approvati;
- Assicurare le dotazioni necessarie al fondo di rotazione per le progettazioni a favore degli Enti Locali;
- Monitorare l’impatto ambientale e architettonico delle opere.
Obiettivo piattaforma mediterranea: l’obiettivo di fondo del nucleo che costituirà la governance Sicilia Strategica 2030 per i trasporti siciliani sarà la realizzazione di tutte quelle infrastrutture che servono come condizioni primarie per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e lo sviluppo del sistema aeroportuale come principale porta di accesso all’Isola. Importante punto di arrivo di una politica fortemente rivolta alla trasformazione della Sicilia in una piattaforma mediterranea e punto di riferimento delle nuove rotte commerciali e turistiche e per i cittadini.
MOBILITÀ STRADALE
- Redigere un piano sistematico di monitoraggio e manutenzione delle reti stradali esistenti comprendente il sistema viario interpoderale, da cui definire la priorità degli interventi;
- Completare gli assi autostradali principali dell’Isola per l’interconnessione di tutti i capoluoghi di provincia;
- Redigere il piano di mobilità turistica regionale;
- Potenziare i nodi di accesso stradale alle aree metropolitane ed alle infrastrutture per lo scambio modale di importanza strategica (aeroporti, ferrovie, porti).
MOBILITÀ AEREA
- Rivedere il piano di sviluppo aeroportuale di Sicilia Strategica 2030, con particolare riferimento all’ampliamento dei servizi cargo degli aeroporti di Comiso e Birgi;
- Promuovere le tariffe di continuità territoriale;
- Favorire gli aeroporti minori per la specializzazione nella mobilità interregionale e regionale (cityliner) e nell’attrazione del traffico low-cost;
- Incentivare l’attivazione e l’uso di linee servite da idrovolanti, per traffico interregionale e verso le isole.
MOBILITÀ MARITTIMA
- Creare l’Autorità di Sistema Portuale Regionale, ex L.N. 84/94 e ss.mm.ii., per la riorganizzazione, la funzionalizzazione e l’efficientamento dei porti regionali;
- Potenziare il sistema portuale, in sinergia con le Autorità di Sistema Portuale siciliane, per attuare la “Piattaforma Logistica del Mediterraneo”, che benefici dei flussi generati dal Canale di Suez; prevedere, in tal senso, i più opportuni collegamenti ferroviari ad alta velocità e riprendere il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina;
- Realizzare la rete regionale di porti turistici, opportunamente differenziati nella tipologia secondo le effettive possibilità di traffico intercettabile (stanziale, transito, charter), con particolare riferimento alle aree a forte attrattività turistica.
(PO FESR 14/20 – fondi CIPE)
MOBILITÀ FERROVIARIA
- Potenziare e completare la contrattazione con il Governo nazionale per il potenziamento della rete ferroviaria siciliana con almeno un asse ad alta velocità tra Palermo – Catania – Messina;
- Adeguamento e completamento della rete ferroviaria interregionale;
- Sviluppare il progetto la “rete dei treni turistici”, attraverso il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico.
(Legge 128/2017)
NELLO MUSUMECI
La Regione Siciliana è titolare delle deleghe e dei poteri in materia infrastrutturale e di tutti i trasporti, e dei rapporti e dei contratti di servizio ferroviario con Trenitalia all’interno della Regione; è proprietaria al 100% dell’AST, e di quote in altre società (sette) anche di trasporto turistico; dovrà assorbire, per legge, la FCE di Catania (inclusa la metropolitana), e dovrà regolare i rapporti con le tramvie di Palermo e Messina; eroga notevoli contributi (cd. corrispettivo chilometrico) sia alla proprie società, sia ai Comuni per il trasporto pubblico locale ed ai privati.
Le opere di seguito elencate rientrano in un quadro organico di investimenti coerente con l’impegno di aprire immediatamente una ferma trattativa col Governo nazionale mirata a:
- migliorare la competitività del sistema economico e produttivo siciliano con la drastica riduzione dei costi di insularità;
- completare la parte sud del Corridoio scandinavo mediterraneo, Ponte sullo Stretto incluso
- trasformare in gateway i porti siciliani strategici;
- rimodulare i Def per rendere la Sicilia parte integrante del sistema trasportistico del Paese;
- potenziare il sistema aeroportuale siciliano;
- mettere in efficienza i trasporti interni su gomma e ferro anche attraverso messa a sistema di competenze e asset trasportistici siciliani esistenti in una unica HOLDING TRASPORTISTICA REGIONALE.
Le opere e i nuovi e/o innovativi servizi previsti dal programma sono di seguito riportati in schede dedicate per settore/modo di trasporto:
- INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO FERROVIARIE.
- INFRASTRUTTURE STRADALI.
- TRASPORTI PUBBLICI REGIONALI E TPL SU GOMMA E FERRO – REVISIONE ACCORDI RFI.
- AUMENTO DELLA COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PORTUALE E INTERPORTUALE.
- DIRITTO ALLA CONTINUITÀ TERRITORIALE.
- REALIZZAZIONE DI UNA TASK FORCE PER IL COMPLETAMENTO DELLE OPERE INCOMPIUTE.
ROBERTO LA ROSA
Le attività produttive di cui abbiamo parlato sopra, e soprattutto il turismo, si fondano su alcune infrastrutture minime di “vivibilità” della Sicilia, oggi non dignitose.
Si tratta soprattutto di tre ambiti: i trasporti (interni ed esterni), la raccolta dei rifiuti, la protezione civile. Queste infrastrutture sono peraltro funzionali anche alla sostenibilità ambientale per qualunque concezione di sviluppo economico.
Il tema rimanda non solo all’ordinaria amministrazione, ma soprattutto alla necessità di indirizzare una parte significativa degli investimenti infrastrutturali in Sicilia su questi settori, e quindi sulla necessità di disciplinare correttamente il mondo degli appalti.
Per intervenire in questi settori è necessario individuare quali ne sono oggi i principali problemi.
Per quanto riguarda i trasporti esterni oggi la Sicilia è quasi sequestrata dal resto del mondo. La logistica dei trasporti “italiana” è “a imbuto”. Anche per i trasporti aerei va superata la costrizione di passare da Roma (o da Milano), e poi da lì raggiungere il mondo. Il modello è quindi quello della Sicilia “fondo del corridoio Italia” e non “centro della piazza Mediterraneo”.
Il fine ultimo di questa politica dev’essere quello di abbattere i costi dei trasporti da e per la Sicilia, in particolar modo per i residenti, con collegamenti diretti ed economici tra la Sicilia e il resto del mondo.
Il privilegio accordato ai trasporti via terra rispetto a quelli aero-navali, il privilegio, tra questi, alle due tratte Palermo-Messina e Siracusa-Messina, e la stessa idea antieconomica del “ponte” rientrano nella logica italiana del “tutte le strade portano a Roma”, da cui arrivano leggi, eserciti e merci.
Questa logica va completamente ribaltata, riconducendo la Sicilia a piattaforma logistica di transito nel Mediterraneo, sviluppando in particolare le infrastrutture portuali e aeroportuali di deposito di merci per la distribuzione internazionale, sfruttando le potenzialità di “Zona Doganale Speciale” e del “Porto Franco” di Messina. Va costruito almeno un hub intermedio tra Palermo e Catania, collegato con tutte le città siciliane e con gli altri aeroporti da un sistema ferroviario di trasporti veloci, almeno un aeroporto per l’area metropolitana di Messina e un’integrazione degli interporti e dei porti siciliani, per valorizzare al massimo le autostrade del mare.
Il privilegio ai trasporti aeronavali deve passare anche dall’autonomia amministrativa degli enti portuali ed aeroportuali di gestione da qualunque autorità amministrativa peninsulare e dalla presenza di una bandiera navale e aerea propria. I trasporti “via terra” devono essere essenzialmente quelli interni, potenziando la strada ferrata rispetto alla gomma. In particolare, per i trasporti ferroviari vanno rimodernate le linee già presenti: treni nuovi e frequenti, stazioni agevolmente raggiungibili e confortevoli, orari estesi lungo tutto l’arco della giornata, affidabilità e rapidità (non necessariamente alta velocità). I collegamenti con l’interno e la costa sud devono essere adeguatamente serviti da infrastrutture di trasporto.
L’anello autostradale va completato e razionalizzato, integrato con un sistema razionale di strade di vario livello. Le strade, particolarmente, hanno bisogno di un ingente progetto di restaurazione integrale che le restituisca alla praticabilità dopo decenni di abbandono coloniale. L’elemento centrale però è l’interconnessione tra i vari mezzi di trasporto interno: il sistema non deve lasciare ai viaggiatori l’incombenza di trovare un mezzo per spostarsi da un terminal ad un altro ma gestire in maniera rapida il cambio di mezzo. Stessa intermodalità deve realizzarsi tra i mezzi di trasporto “regionali” e quelli urbani.
Anche sulla gestione dei rifiuti va fatta una rivoluzione a 360°, come avviene nei paesi più avanzati. La produzione e la distribuzione saranno orientati a monte alla eliminazione degli imballaggi non indispensabili ed al riuso. In seconda battuta si valorizzerà il riciclo dei materiali con raccolta differenziata che va portata almeno ai livelli dei paesi civili. Per la parte residua si penserà a impianti leggeri di compostaggio e di pirolisi dove questo è economicamente possibile, e solo in ultima battuta alla discarica tradizionale. La gestione deve uscire dall’imperizia, improvvisazione, emergenza, e talvolta anche malaffare, per rientrare nella normalità e nella civiltà. Altro settore delicato è quello delle acque reflue, i cui scarichi vanno moralizzati e monitorati, contro i numerosissimi abusi privati.
La gestione dei rifiuti e degli scarichi non riguarda solo la “bellezza” dei centri urbani e del paesaggio, ma ovviamente anche la tutela dell’ambiente. Il tema è quindi legato a quello della prevenzione dei disastri ambientali: incendi estivi, terremoti, alluvioni invernali, frane e crolli di strade e di costruzioni. Per impedire tutto ciò bisogna trasformare la manutenzione straordinaria di terreni, strade, fabbricati, campi, e così via, in un processo ordinario di riqualificazione urbana. Il “cemento armato” va progressivamente sostituito dappertutto con costruzioni più durature ed antisismiche. Abbiamo una Sicilia intera da ricostruire. Da qui, infine, il tema degli appalti. Gli appalti devono essere fatti non solo “in economia”, per tenere sotto controllo la spesa pubblica. Questo è solo uno dei criteri che deve presiedere alla normativa di settore.
Altro obiettivo è la qualità degli interventi, e altro ancora – ove possibile – la preferenza per le imprese di costruzioni siciliane, a parità di altre condizioni.
E infine la lotta alle “incompiute”, vero monumento al degrado e allo scempio delle risorse pubbliche. Questi indirizzi si traducono nelle seguenti linee d’azione concrete.
- Introduzione di tariffe per la mobilità da e per l’Isola per “residenti” al fine di realizzare la continuità territoriale, su aerei, navi e traghetti.
- Speciale politica di continuità territoriale per i residenti nelle piccole isole dell’Arcipelago siciliano.
- I trasportatori beneficeranno di un bonus fiscale sotto forma di detrazione di una percentuale garantita del costo dei trasporti per carburanti e tariffe autostradali, ferroviarie, marittime e aeree.
- Realizzazione di un hub internazionale in un luogo intermedio tra Palermo e Catania, legato intermodalmente alle principali città, aeroporti e porti dell’Isola.
- Potenziamento degli aeroporti metropolitani di Palermo e Catania, costruzione in particolare della seconda pista di Fontanarossa; valorizzazione degli aeroporti minori (Comiso, Birgi, Pantelleria e Lampedusa); costruzione di un terzo aeroporto metropolitano per Messina e di un aeroporto minore per Agrigento.
- Potenziamento delle autostrade del mare e integrazione del sistema portuale e cantieristico siciliano.
- Realizzazione di un sistema ferroviario veloce e moderno, possibilmente a lievitazione magnetica, con carrozze moderne, che colleghi tra loro le principali città dell’Isola, porti e aeroporti.
- Completamento della rete stradale ed autostradale e suo ammodernamento (chiusura dell’anello autostradale dell’Isola, collegamenti tra Palermo e il Val di Noto, attraverso la trasformazione in autostrada della Caltanissetta-Gela, trasformazione in autostrada della Palermo-Agrigento, con diramazione per CL-Gela, collegamento autostradale diretto tra Catania e Gela, passando per Caltagirone, e diramazione per Ragusa).
- Realizzazione di un sistema di trasporto metropolitano interrato adeguato al traffico nelle maggiori aree urbane.
- Le dorsali e i nodi Internet passanti per la Sicilia diventano demanio regionale , e sono dati in concessione ai gestori mediante royalties.
- Le infrastrutture telematiche interne, anche grazie ai proventi delle royalties, devono consentire l’accesso e la gratuità di internet per ogni angolo della Sicilia.
- La Regione avrà competenza sulle infrastrutture telefoniche e di comunicazione di ogni tipo, alla stessa stregua di uno stato sovrano.
- La gestione dei rifiuti è riprogettata ex novo, incentivando la riduzione della produzione di rifiuti a monte nei sistemi produttivi e distributivi. La raccolta dei rifiuti è poi imperniata sul riciclo, potenzialmente totale, attraverso la raccolta differenziata. A tal fine è introdotto un bonus fiscale per l’introduzione generalizzata del “vuoto a rendere” per le aziende che lo adottano e lo promuovono. E pure la remunerazione dei conferimenti differenziati. Per i rifiuti organici sono introdotti, dove possibile e conveniente, impianti di compostaggio e pirolisi, e solo in ultima istanza attraverso le discariche. Le aziende di trattamento dei rifiuti solidi urbani, su base distrettuale, hanno l’obbligo di gestione economica del rifiuto con responsabilizzazione dei vertici aziendali sui risultati economici e ambientali raggiunti.
- Sono incentivati anche gli impianti di triturazione domestica dell’umido.
- Sono manutenuti i sistemi di trattazione delle acque reflue, soprattutto con attenzione al potenziale inquinamento dei mari e delle falde acquifere, attraverso un potenziamento del sistema dei depuratori.
- È fatto divieto di fare della Sicilia il luogo dove individuare siti per lo stoccaggio di rifiuti “italiani” radioattivi o comunque gravemente dannosi per la salute.
- La protezione civile, i vigili del fuoco e la manutenzione del territorio, oggi affidato agli operai della forestale, sono affidati ad un unico corpo regionale con competenza sulla gestione della sicurezza territoriale, sulla prevenzione dei disastri ambientali e sulla gestione delle emergenze . Il corpo sarà adeguatamente dotato degli strumenti tecnici necessari, compresa una flotta aerea di elicotteri.
- Programma pluriennale di messa in sicurezza del territorio con interventi continui di riforestazione (indipendenti dall’incidenza degli incendi estivi), dragaggio dei fondali delle dighe, osservatorio sugli argini di fiumi e torrenti, sostituzione progressiva dell’edilizia pubblica e privata (cominciando da quella pubblica) con costruzioni antisismiche e tecnologie durevoli, alternative al cemento armato.
- Per quanto concerne gli appalti, il meccanismo delle gare con ribasso va sostituito con gli elenchi delle imprese appaltatrici accreditate (che rispondano a determinati requisiti di affidabilità) e tra queste, con una quota garantita per le imprese siciliane, poi si provveda al sorteggio tra le imprese che fanno domanda per uno specifico appalto. Il compenso deve essere basato su un costo standard, comprensivo di un profitto “normale”. Il compenso deve essere erogato a collaudi, senza revisione prezzi e con penali in caso di prestazioni qualitativamente difettose o ritardi.
- Le imprese appaltatrici devono fare ricorso almeno per il 70 % a risorse umane interne senza ricorrere a subappalti . La verifica del rispetto dei diritti dei lavoratori nell’impresa e nelle imprese subappaltanti è alla base del pagamento di quanto dovuto e all’insorgenza di eventuali penali.
- L’erogazione del compenso deve essere legata alle valutazioni, periodica e finale, da parte di una commissione pubblica competente e indipendente (la quale è responsabile per dichiarazioni che, a posteriori, si rivelassero non veritiere).
- I ricorsi amministrativi contro le aggiudicazioni degli appalti possono solo avere conseguenze patrimoniali, ma non l’effetto di interrompere lavori aggiudicati che, trascorso un breve termine, devono considerarsi definitivamente appaltati.